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RISTRUTTURARE CASA: l’IMPIANTO ELETTRICO

31/01/2023

Due terzi delle abitazioni italiane

non rispettano le norme sulla sicurezza elettrica:

il 13% sono esposte al rischio di incendio per motivi elettrici e nel 18% dei casi manca il differenziale elettrico obbligatorio per legge. Più della metà degli impianti, il 52%, rischia la fulminazione per componenti elettriche danneggiate o in cattivo stato.

Nelle abitazioni, infatti, ogni anno si verificano 30.000 incidenti gravi di cui 6.000 proprio di origine elettrica.

Il più delle volte capita facendo la doccia. Ma può succedere anche aprendo il rubinetto dell’acqua in cucina o il frigorifero, e capita toccando il congelatore. Oppure aprendo la porta blindata di casa o mettendo le mani in impianti dove i fili della corrente anziché essere protetti sono scoperti o mal collegati.

Succede tutto in pochi istanti: una scarica improvvisa e si muore.

Fulminati.

In media nei condomini italiani si conta un morto al giorno per colpa di impianti elettrici non a norma.

La NORMA di riferimento per gli Impianti Elettrici negli Edifici Residenziali, sono contenute fondamentalmente in queste disposizioni legislative:

  • Norme CEI 64-8, 64-50, 64-53 e 31-35;
  • M. 37/2008 e D.M. 236/1989.

Innanzitutto, qualsiasi intervento sull’impianto elettrico che sia di ampliamento (aggiunta di circuiti), manutenzione straordinaria (interventi destinati a riportare l’impianto in condizioni ordinarie di esercizio), trasformazione (rifacimento parziale) o rifacimento completo, devono essere obbligatoriamente eseguite SOLO da Professionista Abilitato.

Cioè da Installatore Qualificato che ha ottenuto il Certificato di Riconoscimento dei Requisiti Tecnico Professionali.

Il Professionista Abilitato, a seguito dell’esecuzione di uno degli interventi indicati sopra, deve rilasciare il CERTIFICATO di CONFORMITA’, che si compone di una serie di documenti quali:

  • Progetto (per Superfici >400m2 o Potenza >6kW);
  • Relazione con Tipologie dei materiali utilizzati;
  • Schema d’Impianto Realizzato o As Built;
  • Riferimento a Dichiarazioni precedenti, se esistenti;
  • Certificato Requisiti Tecnico Professionali, lettera A, con data non oltre i 6 mesi precedenti;
  • Attestazione di Conformità per Impianto realizzato con sistemi non normalizzati.

Il funzionamento di un impianto elettrico non è di per sé indice di sicurezza. Anche operando normalmente, esso può essere fonte di pericoli e che solo un esperto, dopo i necessari controlli, può riconoscere ed eliminare.

Buona regola quindi:

  • Far fare un controllo da operatore qualificato, se l’impianto negli ultimi dieci anni non ha subito interventi, in quanto potrebbe essere a rischio;
  • Verificare se esiste l’interruttore differenziale. Altrimenti è opportuno installarlo;
  • Eseguire un controllo periodico dell’interruttore differenziale, semplicemente premendo il tasto di prova T accertandosi che la leva scatti autonomamente;

  • Accertarsi dell’esistenza di un impianto di terra;
  • Accertarsi che le prese siano collegate all’impianto di messa a terra;
  • Che i fori delle prese di corrente abbiano gli schermi di protezione;
  • Che i cavi elettrici non siano a vista;
  • Che prese di corrente ed interruttori siano integri nonché ben fissate alle pareti;
  • Che alla stessa presa non siano collegate tante spine;
  • Che le prolunghe vengano utilizzate solo per il tempo indispensabile alla necessità;
  • Evitare di toccare componenti metallici o apparecchi collegati alla rete elettrica, quando si hanno le parti del corpo a contatto l’acqua.

Concettualmente l’IMPIANTO ELETTRICO all’interno dell’abitazione è da intendersi sia come “rete viaria” per la circolazione dell’energia elettrica, sia come “fonte di alimentazione” della triade elettrodomestici-climatizzazione-device.

La “Rete Viaria” si compone di una molteplicità di elementi quali gruppi di misura (contatori), avanquadri, dispersori, contattori o teleruttori, collettori, tubazioni di raccordo, cavi, quadri, masse, collegamenti equipotenziali, fusibili, protezioni termiche-magnetiche-elettroniche, relè, scaricatori di sovratensione, scatole di derivazione, scatole, punti luce, punti presa, placche, attuatori, bus, temporizzatori, sonde, testine, rilevatori.

La “Fonte di Alimentazione” è invece la CORRENTE ELETTRICA, un movimento di cariche elettriche che percorrono un conduttore. Facendo un’analogia con l’idraulica, pensiamo ad un flusso d’acqua (le cariche elettriche) che scorre in una tubazione (es. i fili elettrici). Si misura in Ampere [A], da non confondere con i kilowatt [kW] dei nostri contatori.

Il kilowatt [kW] del contatore elettrico delle nostre case indica invece la POTENZA, cioè una quantità d’energia elettrica trasferita in un certo tempo; sempre per l’analogia con l’idraulica, la forza che spinge l’acqua di un torrente da monte a valle.

Altra unità di misura che troviamo sulle nostre bollette, moltiplicatore del costo orario nelle fasce F1, F2 e F3 è il kilowattora [kWh], cioè per quanto tempo viene impiegata una certa POTENZA; il kWh esprime l’ENERGIA. Seguendo la precedente analogia, per quanto tempo viene impiegata quella forza che spinge l’acqua del torrente da monte a valle.

Fondamentale quindi che la “Rete Viaria”, sia dimensionata in ragione sia della quantità di corrente elettrica movimentata, sia della potenza impiegata. Per evitare sia perdite di tensione e conseguente interruzione dell’alimentazione, ma soprattutto per scongiurare criticità termiche (surriscaldamento delle componenti con conseguente pericolo d’incendio), criticità magnetiche (cortocircuito con conseguente pericolo d’incendio) nonché criticità elettroniche (o rischio elettrico, cioè la probabilità di subire gli effetti derivanti da contatti accidentali con elementi in tensione. Con conseguente pericolo di vita).

La normativa sopracitata prescrive il dimensionamento minimo rispetto alla potenza impiegata (3kW in unità abitative di superficie fino a 75m2 e 6kW in unità abitative di superficie superiore a 75m2), al numero minimo di circuiti e relativa suddivisione (ad es. per unità abitative di superficie compresa tra 75 e 125m2 n°4 per il Livello 1 e n°5 per i Livelli 2 e 3), alla sezione dei cavi in ragione della potenza impiegata dall’impianto e della lunghezza degli stessi, al numero di punti luce (collegamento punto luminoso) e punti presa (punto alimentazione corrente) per ambiente, alla dotazione dell’illuminazione di sicurezza, all’altezza di installazione dei componenti (≥17,5cm prese, 30cm cassette di derivazione, 90cm comandi luce, 110-120cm prese e comandi nei servizi, 160-205cm suonerie e ≥225cm pulsante a tirante isolante) nonché quali caratteristiche specifiche debbano avere gli impianti elettrici delle abitazioni in base a tre livelli di complessità; prescrivendo caratteristiche in fatto di prestazioni, risparmio energetico e comfort abitativo.

LIVELLO 1 – BASE

Per chi sceglie l’essenziale, minimo obbligatorio per la conformità alla Norma CEI 64-8 garantisce all’utilizzatore un impianto non solo sicuro, ma anche con un livello funzionale sufficiente.

LIVELLO 2 – STANDARD

Per chi sceglie più protezione, prevede prestazioni maggiori come un numero maggiore di prese di corrente e circuiti, il videocitofono e il controllo dei carichi elettrici.

LIVELLO 3 – DOMOTICO

Per chi sceglie una casa efficiente e confortevole, il terzo livello indica un impianto di pregio e prevede, fra l’altro, anche le funzioni domotiche. L’impianto per essere considerato domotico deve gestire come minimo 4 delle funzioni indicate in seguito: antintrusione, controllo carichi, comando lucie, termoregolazione, scenari, controllo remoto, diffusione sonora, rilevazione incendio o antiallagamento o gas.

Agli impianti elettrici sono collegate altre tipologie di impianto:

  1. Impianto Telefonico e Trasmissione Dati
  2. Impianto Citofonico e/o Videocitofonico
  3. Impianto TV
  4. Impianto Antintrusione

Che per loro caratteristiche e peculiarità, verranno trattati separatamente.

“Non ci saranno più bollette del gas, e, aggiungo, aboliremo anche quelle della luce, e crepi l’avarizia!”

(Cetto La Qualunque)

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cristina ruggieri lavorgna & gianfranco scatigna architetti

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