Così come nella commedia cinematografica Il Diavolo veste Prada Miranda, alias Maryl Streep, spiega senza mezzi termini ad Andy interpretata da Anne Hathaway, l’effetto dell’haute couture sulla quotidianità: “tu pensi che questo non abbia nulla a che vedere con te (…) quel maglioncino non è semplicemente azzurro, non è turchese, non è lapis, è effettivamente ceruleo (…) e sei inconsapevole del fatto che nel 2002 Oscar de la Renta ha realizzato una collezione di gonne cerulee e poi è stato Yves Saint Laurent a proporre giacche militari color ceruleo (…) E poi il ceruleo è rapidamente comparso nelle collezioni di otto diversi stili (…) dopodiché (…) indossi un golfino che è stato selezionato per te dalle persone qui presenti in mezzo a una pila di roba”. Così le edizioni espositive dedicate alla casa non sono quinte per prodotti da esporre, ma laboratori di idee e stili per accogliere tutte le mutazioni di una disciplina che dall’’arredo alla domotica, dai nuovi materiali alle più accurate dinamiche di servizio, accompagnano i nostri comportamenti e prefigurano stili di vita.
Il binomio creativo dove il coraggio delle aziende sposa la creatività dei progettisti, si incontra con cadenza annuale a fine gennaio a Bolzano con Klimahouse, dove si parla di risanamento ed efficienza energetica; si prosegue nella capitale meneghina a marzo con Expocomfort per la riqualificazione energetica e ad aprile con la Milano Design Week, quindi a settembre con Marmomac per le superfici in pietra naturale nella città di Romeo e Giulietta e Cersaie per i rivestimenti ceramici nella rossa e turrita Bologna. Chiudono l’anno per le novità sulle tecnologie costruttive il Saiead ottobre e il Made Expoa novembre nel capoluogo lombardo; sempre nell’estate fredda di pascoliana memoria a Milano, si parla alla Smart Building Expodi abitazioni automatizzate e connesse.
Kermesse che, facendo il punto sull’evoluzione dell’abitare e degli stili di vita, riverberano il percorso creativo e tecnologico sulle nostre case. Dove, contro modalità produttive extra europee che non mettono al centro qualità e salubrità, durevolezza e sostenibilità ambientale detengono la regia complessiva nel rapporto osmotico con l’atmosfera domestica.
La casa del futuro tende ad essere sempre più in ordine e gli spazi vengono sempre più ottimizzati; gli ambienti si incrociano tra di loro: alcune stanze non hanno più funzioni molto precise ma stanno diventando ibridi capaci di rispondere ad esigenze di grande funzionalità.
I muri diventano elementi rimovibili e i mobili sempre più ibridi, il soggiorno dialoga con la cucina, le cucine scompaiono, i libri appartengono a tutte le stanze della casa, il televisore è diventato una specie di camino, i bagni vengono interpretati come delle terme, alcuni spazi vengono ritagliati al privato, sia che si tratti di lavoro o di puro relax.
I corridoi vengono sempre più ridotti e si articolano nella duplice funzione di percorso e di spazio contenitivo, il soggiorno diventa a piacere spazio unico o separato con la zona pranzo mediante pareti che scivolano, le finestre si trasformano in vetrine capaci di far godere della luce del sole e di annientare il rapporto interno-esterno verso logge, balconi, terrazzi o giardini; ambienti non più di contorno o accessori, ma pensati come trait d’union tra diverse dimensioni spaziali. In questo modo lo spazio abitativo è direzionato verso un’articolazione delle stanze sempre meno condizionate dai setti murari, dove la casa dall’essere una aggregazione di arredi si trasforma in una sequenza di spazi interrelati.
La casa non è più da mettere in mostra ma deve essere capace di adattarsi al mutare delle necessità di chi la abita. Il contenuto (arredi e porte) è sempre più indipendente dal contenitore (muri e divisori). Atteggiamento che svincola dalla necessità di adottare arredi coordinati tra loro e studiati per stanze (camera da letto, cucina, soggiorno, etc…) e permette l’accostamento di pezzi diversi in base alla funzione ed al gusto.
Necessità di una casa più familiare e informale, meno legata a stereotipate convenzioni di etichetta. Una casa il cui spazio prevalentemente aperto, si trasforma un base alle esigenze: “non contano i metri quadri ma l’ampiezza dello spazio godibile vitalmente, visualmente, utilmente, versatilmente” (G. PONTI, Maggior spazio godibile in minori superficie, in “Domus”, 490, settembre 1970).
Un tocco anni Settanta senza esagerare, come nell’ambiente unico e indiviso adottato nel 1962 nella Silver Factory da Andy Warhol come luogo di lavoro e vita, sinonimo di libertà e trasgressione. Soluzione rielaborata in differenti declinazioni, da quella cinematografica del 1982 di Marco Risi in Vado a vivere da solo a quella più recente e voyeuristica della casa del Grande Fratello.
Dalla pandemia in avanti ci siamo tutti resi conto del valore della casa, che oltre ad essere uno spazio, è anche un servizio. Il nuovo comfort è diventato la vivibilità della casa non solo nell’ampiezza e bellezza di spazi ed arredi, ma anche nell’offerta di servizi.
Iperconnessa e intelligente, la casa diventa funzionale e facile. Il connected living non è solo un effetto speciale ma aggiunge semplicità nell’abitazione: algoritmi e sensoristica entrano in gioco per allungare la vita di impianti ed elettrodomestici e per renderli sempre più performanti in fatto di consumi energetici. Con la possibilità di avere una vista in tempo reale di tutti gli elementi smart e gestirne il controllo con un click, in punti diversi della casa.
A termostati e lampadine si stanno via via aggiungendo frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, impianti di climatizzazione, diffusori audio, allarmi e videosorveglianza, senza contare che l’onda delle nuove release può essere cavalcata anche da robot aspirapolvere, sistemi di rilevamento fumi e purificatori dell’aria.
Infine con la crisi energetica e climatica, vi è sempre più la necessità di rendere meno energivore e più eco sostenibili le nostre case: dai cappotti termici ai serramenti super performanti, dagli impianti di ventilazione meccanica controllata alle schermature solari, dalle caldaie a gas verde ai terminali per il riscaldamento a pannelli radianti, dalle pompe di calore alla geotermia, dai pannelli solari ai pannelli fotovoltaici, le possibilità delle nuove tecnologie rispondono in maniera completa ed esauriente a qualsivoglia percorso di efficientamento e risparmio energetico, finalizzato alla ricerca del comfort ed all’ottimizzazione del rapporto costi/benefici.
“Il futuro inizia oggi, non domani.”
(Papa Giovanni Paolo II)
Ristrutturare Casa Chiavi in Mano Senza Pensieri All Inclusive
cristina ruggieri lavorgna & gianfranco scatigna architetti