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RISTRUTTURARE: STANZA da BAGNO o STANZA da DOCCIA?

20/01/2024

Dopo aver diviso lo spazio del bagno tra vasca e doccia, utilizzando poco l’abluzione offerta dalla tinozza oblunga, ed essendo costretti in ¼ di cilindro per godere limitatamente e forzatamente di quel getto verticale capace di trasformare ansia e stress in benessere e serenità, emerge il desiderio non di eliminare la vasca per dare più spazio alla doccia, non di avere una doccia più grande della precedente, ma di avere uno spazio dedicato al relax

“impercettibile, invisibile”.

Il desiderio in questo caso studio è stato quello di avere un sistema doccia integrato tra piatto, cabina, profili capace non di delimitare uno spazio definito, ma di realizzare

una suite per la rigenerazione di anima e corpo.

Un bagno già oggetto di una integrale ristrutturazione, negli anni ’90, di cui prima dell’attuale intervento, ne conservava tutti gli elementi ed i motivi tipici di quel periodo: la doppia possibilità di vasca e doccia; il piatto doccia circolare (1/4 di cerchio); i sanitari sospesi; il lavabo con semicolonna contornato da elementi d’arredo; le tubazioni in polipropilene PP-R (nel gergo comune, plastica verde); le superfici dei rivestimenti semilucide effetto marmo; il pavimento di formato quadrato cm30x30 circa posato in diagonale; un listello di decorazione come fascia perimetrale delle pareti.

Il nostro intervento, capace di dilatare visivamente i volumi ed esaltare lo spazio, si è limitato concettualmente a quattro semplici azioni quali:

  • l’eliminazione della vasca;
  • l’introduzione di una doccia trasparente ed aperta;
  • l’uso di un delicato e sapiente contrasto cromatico;
  • un abile giuoco nell’uso dei grandi formati.

Così da utilizzare e sfruttare al meglio, quella che è diventata una stanza da bagno o stanza da doccia?

Fisicamente l’intervento di ristrutturazione di questo bagno è stato integrale: demolizione dei pavimenti e dei rivestimenti; rifacimento degli impianti idrico-sanitari con tecnologia multistrato, nonché nuovi impianti di smaltimento liquidi ed elettrici; rifacimento dei massetti e degli intonaci con sistemi fibrati; nuovi rivestimenti ceramici di grande formato e dai colori caldi sfumati; sostituzione dei sanitari sospesi con modelli a filo parete, più attuali e pratici;

nuove rubinetterie semplici, ma dalla forte caratterialità tecnica ed estetica; nuova illuminazione leggera ma estesa lungo i lati maggiore e minore, per un mix tra effetto cromatico e necessità funzionale; cambio arredi attraverso l’introduzione di un mobile dalle linee essenziali, per garantire una longevità estetica capace di superare le tendenze del momento.

Infine, ogni elemento di dettaglio contribuisce a rafforzare la scelta stilistica che ha fatto da filo conduttore nell’intera stanza da doccia. La parete di vetro con profili a scomparsa totale e la continuità della pavimentazione all’interno della doccia walk-in, con l’originale sistema di scarico a filo pavimento.

Un profondo trattamento degli intonaci per evitare disomogeneità e salti di quota con i rivestimenti ceramici, integrati attraverso la tecnica del filomuro. Il sistema di illuminazione a soffitto, posizionato in prossimità delle pareti per non invadere la vista, ma capace di creare una cascata di luce. Il colore utilizzato non come accessorio estetico, ma per esaltare visivamente l’ambiente.

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